La mostra di Sebastião Salgado al Palazzo Ducale di Genova
Rubrica a cura di Elisa Heusch
QUARTO OCCHIO – Per questo mese di giugno La Redazione Online dedica la propria linea editoriale alla tematica alla ‘bellezza ’, intesa come quel valore che possiamo continuare a coltivare e a cogliere nella quotidianità di un mondo caotico, convulso, e purtroppo incline alle più svariate forme di violenza, anche verso la natura.
Allacciandomi a questo sentire, mi sembra importante segnalare la straordinaria mostra di Sebastião Salgado “Aqua Mater”, che ha inaugurato in occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua promossa dall’UNESCO, lo scorso 22 marzo, e che sarà visitabile fino al 14 luglio nei locali del sottoporticato del prestigioso Palazzo Ducale di Genova.
La mostra è approdata in Italia per la prima volta, dopo essere stata presentata a Parigi in un padiglione di bambù, sotto la “Grande Arche” nel quartiere della Defense, e si compone di 42 fotografie, stampate in grande formato, i cui paesaggi protagonisti spaziano dal Brasile – che è la sua nazione d’origine – all’Antartide, dalla Russia e l’Alaska fino a Mali, all’India e alla Namibia, passando anche dall’Italia.
AQUA MATER è prodotta dalla Fondazione Palazzo Ducale in collaborazione con Rjma Progetti culturali, Creation e SM-Art. La mostra è curata da Lélia WanickSalgado, che è la compagna di lavoro e di vita del fotografo e il percorso espositivo è accompagnato da una traccia sonora composta per la mostra dal musicista François Bernard Mâche, dell’Académie des Beaux Arts.
È inoltre a disposizione di tutti i visitatori un’audioguida in italiano e in inglese con la storia personale di Sebastião Salgado e i suoi ricordi relativi alle foto esposte.
Questo progetto di mostra è nato proprio dalla riflessione dell’autore sullo stato del nostro pianeta e in particolare dell’acqua, ovvero l’elemento che lo rende unico nell’universo, tema al centro di un cambiamento epocale che Fondazione Palazzo Ducale sta accogliendo con grande senso di responsabilità.
Il riscaldamento climatico e l’innalzamento del livello degli oceani, la desertificazione e le alluvioni che già stanno imperversando in varie parti del globo avranno conseguenze devastanti per l’ambiente e per milioni di persone, che saranno costrette a cambiare la loro vita. Viene posto l’accento sul fatto che la coabitazione armoniosa con l’elemento acqua e la sua protezione sono sempre più indispensabili alla nostra sopravvivenza e alla salvaguardia della biodiversità nel mondo.
Con questi presupposti e considerazioni Salgado ha selezionato alcune significative immagini che rappresentassero la necessità, la bellezza, la forza e i misteri dell’acqua, elemento fondamentale e prezioso della Terra.
Le fotografie – stampate in bianco e nero su grandi formati – sono allestite in un suggestivo percorso espositivo. Le foto mostrano il rapporto tra la natura e la vita degli uomini, e mettono anche in evidenza il legame tra la crisi ambientale e le disuguaglianze sociali.
A proposito di questo nobile progetto Salgado così racconta:
“I racconti del mito e l’immaginario poetico associano spesso l’acqua al ciclo della vita umana. L’acqua è il liquido più prezioso sulla Terra, indispensabile per la nostra esistenza. L’dea di questa mostra è nata da una riflessione sullo stato del nostro pianeta. Il riscaldamento climatico è diventato una minaccia per l’umanità e per la natura. Lo scioglimento dei ghiacciai e la dilatazione termica delle acque marine, dovuta alle temperature elevate, provocano inesorabilmente un innalzamento del livello degli oceani, con conseguenze devastatrici per le popolazioni costiere e per l’ambiente.
La coabitazione armoniosa con l’elemento acquatico e la sua protezione sono sempre più necessari per la nostra sopravvivenza e per preservare la biodiversità nel mondo.
Le foreste producono il fenomeno della evaporazione, che forma veri e propri “fiumi aerei” che trasportano acqua dolce a diverse latitudini, riaffermando l’urgenza della loro protezione. Gli oceani, i fiumi, i ruscelli, i lagni, le cascate, la pioggia sono una parte molto importante del pianeta. L’acqua è vitale per il corpo umano, per le piante di cui ci nutriamo, per i biomi e per le specie animali. Tentare di rappresentare con immagini il bisogno, la bellezza, la forza e il mistero dell’acqua è un’impresa difficile, con il rischio di cadere nel luogo comune.
In questa mostra l’acqua appare in tutte le sue forme, la purezza e la intensità, l’abbondanza e la scarsità, è colta nella sua solitudine o nelle varie interazioni con l’uomo, con la fauna e la flora, in una selezione fotografica della sua poesia e del suo carattere indispensabile.”
Mi fa piacere citare anche le parole del musicista François Bernard Mâche,relativamente alle fonografie che accompagnano l’esposizione:
“Da sempre i rumori dell’acqua sono stati per me una grande fonte di ispirazione.
Già nel 1976, nel mio spettacolo musicale “Da capo” al Festival di Avignone, avevo fatto danzare una coppia nuda sul ritmo del mare.
Poco dopo, in Amorgos, avevo trascritto diverse registrazioni d’acqua per sincronizzarle con una piccola orchestra da camera.
Quando Sebastião Salgado mi ha proposto di accompagnare la sua mostra, ero entusiasta.
La grande ammirazione che ho per il suo talento e questa antica fascinazione per il tema proposto, mi hanno fatto accettare immediatamente.
L’impresa, tuttavia, non è certo facile. Il sentiero è stretto tra due imperativi: servire le emozioni degli spettatori senza trasformarli in ascoltatori e, nello stesso tempo, organizzare i suoni in modo che la loro concatenazione appaia naturale, in armonia con le immagini così forti del fotografo. Inoltre, i visitatori circolano nello spazio al loro ritmo, senza dover necessariamente ascoltare tutto, ma accettando quella che percepiscono come una espressione possibile di ciò che stanno guardando.
Ho cercato di portare a termine questo impegno organizzando quelle che, dal 1960, ho chiamato «fonografie». Né musica, né documentario, queste analogie sonore della fotografia, cercano come quelle di trascendere la semplice identificazione di un soggetto per rivelare degli aldilà simbolici e poetici, che servono di supporto alla meditazione. Con queste fonografie ho organizzato una lunga epopea acquatica. In un vasto spazio desertico i venti portano a poco a poco delle nubi tempestose, cariche di pioggia. Appena si palesa una presenza umana inquieta. Il flusso delle acque le trasforma in ruscelli e fiumi fino al mare. Nei pressi delle rive, l’acqua che rifluisce produce nelle grotte misteriose percussioni. Un altro temporale e alter piogge fanno danzare delle gocce e delle bolle, poi tutta questa animazione si placa per ricreare uno spazio che rivela, là in alto il passaggio di un aereo.”
L’orario in cui la mostra è visitabile è il seguente:
da martedì a domenica, dalle ore 10 alle 19. (Segnalo che la biglietteria chiude un’ora prima della mostra).
Sebastiao Salgado nasce in Brasile nel 1944. Si forma come economista prima in Brasile poi in Francia. Agli inizi degli anni ‘70, mentre lavorava per l’Organizzazione Mondiale del Caffé, inizia ad interessarsi alla fotografia. Da passione amatoriale, in breve tempo la fotografia diventa una vocazione e un progetto di vita. Salgado trova subito una nicchia di cui diventa protagonista, documentando come i cambiamenti ambientali, economici e politici condizionano la vita dell’essere umano.
Biografia dell’autore: